A Castagnole Piemonte è avvenuta la demolizione dello storico edificio chiamato “Il Centro”; al suo posto sorgerà una nuova palazzina il cui progetto prevede residenze e un locale commerciale.
Gli abitanti di Castagnole Piemonte e i suoi abitanti devono fare i conti con una novità importante all’interno del proprio paese: è stato demolito il “Centro”, luogo storico del paese e palazzo simbolico, ricco di ricordi per i cittadini.
“Un pezzo di storia castagnolese lascerà il posto a una nuova struttura. “Il Centro”, da sempre locale dedicato alla ristorazione, agli albori con annesso stallaggio e qualche camera dedicata al pernottamento, ha visto un susseguirsi di gestioni tra ristoranti, bar e birrerie -racconta l’Amministrazione di Castagnole- La nuova struttura progettata dall’architetto castagnolese Gianni Bruera, intitolata “Il Condominio – Il Centro” ospiterà cinque residenze e un locale commerciale di oltre 300 metri quadri“.
L’edificio, che si affacciava sulla piazza principale del paese di fronte al municipio, era in condizioni precarie. “Si ringrazia Fausto Favero [commercialista di Castagnole ormai da molti anni] per l’impegno e la volontà di continuare ad investire sul territorio del Comune di Castagnole Piemonte“, aggiungono dal municipio; al posto dell’ormai abbattuto “Centro” sorgerà un nuovo palazzo con alloggi e locali per attività.
Tante le memorie condivise sui social nel giorno della demolizione del “Centro”: tutti concordi nel sottolineare come fosse un pezzo di storia, ma convinti che un cambiamento fosse necessario, e fiduciosi del nuovo progetto che abbellirà la piazza di Castagnole.
Tra i ricordi legati all’edificio quello di Monica Dado, giovane castagnolese i cui nonni sono stati storici gestori del locale: «“Quando eravamo al centro” era l’incipit di tanti discorsi dei miei nonni, per spiegare la provenienza o l’utilizzo di un qualche utensile o arredo da cucina, per descrivere un personaggio o raccontare un avvenimento. Sempre con l’espressione fiera, orgogliosa del lavoro svolto e delle relazioni di amicizia instaurate. Si raccontava di una sala da ballo piena, di un salone stracolmo di commensali, di pastasciutta cucinata a mezzanotte, dei calciatori della Juve ospiti per qualche cena e della maxi rissa con quelli di Candiolo iniziata su quei gradini”.
Prosegue Dado: “Ci sono tanti album di foto conservati gelosamente, perché se per molti questo è il luogo dei ricordi di gioventù, per loro è stato più di un posto di lavoro, è stato una seconda casa, una parte fondamentale della loro vita. Hanno lavorato sodo e si sono anche divertiti. Sono felice che ora quest’edificio abbandonato e desueto lasci il posto a un edificio nuovo, che spero potrà donare ai suoi abitanti la stessa gioia che ha donato alla mia famiglia. Ma sono felice che i miei nonni non abbiano visto questo luogo abbattuto come tutte le cose vecchie in questo mondo».
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