Con il progetto Eco3R il Consorzio Chierese per i Servizi punta sul riutilizzo e la riduzione dei rifiuti, lanciando un’App e un laboratorio.
Il Consorzio Chierese per i Servizi ha presentato la ”bacheca del riutilizzo”, una web-app che ha l’obiettivo di favorire lo scambio di oggetti.
«L’applicazione è pensata per promuovere, ancora una volta, l’economia circolare e il riuso -ha spiegato Pavan- Attraverso questa piattaforma ogni cittadino potrà donare un oggetto che non gli serve più, ma che è ancora in buone condizioni, mettendolo a disposizione di altri utenti».
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Da oggi, lunedì 12 giugno, l’applicazione sarà disponibile per i cittadini, che potranno utilizzarla attraverso lo SPID. «La struttura funzionerà a tutti gli effetti come un e-commerce, con una vetrina e delle categorie tra le quali selezionare i prodotti, ma tutto sarà gratuito, senza transazioni economiche», ha descritto Marco Cavanna di Proedis, che ha sviluppato il software.
Un’altra app -denominata Mercato Circolare– è invece il frutto del censimento delle diverse attività presenti sul territorio che si sono distinte per promuovere un comportamento vicino ai principi di Eco3R.
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Inoltre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, è stato inaugurato il nuovo laboratorio di Eco3R, il progetto finanziato da Ato-R e promosso dal Consorzio Chierese per i Servizi e dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino per promuovere il riutilizzo, la riduzione e il riciclo dei rifiuti.
L’apertura al pubblico è prevista il prossimo 26 giugno 2023. «Questo spazio permetterà di creare un luogo di unione, aggregazione e diffusione dell’economia circolare, a partire dalla prima R, quella della riduzione dei rifiuti -ha dichiarato il direttore del CCS, Davide Pavan– Siamo davanti alla terza rivoluzione del Consorzio Chierese per i Servizi. La prima nel 2004 con l’introduzione della raccolta ”porta a porta”, la seconda con la tariffa puntuale che raggiunge il 92% della popolazione del nostro territorio e ora questa con il laboratorio e l’app del riutilizzo».
Per l’occasione è stata lanciata anche una campagna di “reclutamento” per volontari-riparatori: «Il nostro intento è fornire, tramite queste figure, competenze adeguate ai cittadini per riparare oggetti -prosegue Pavan- Il modello è quello dei Repair Cafè, sviluppatisi in diversi Paesi europei già dal 2009. In Italia siamo uno tra i primi Consorzi a farsi promotore di un’iniziativa così importante».
Il laboratorio ha anche uno scopo sociale: coinvolgere soggetti fragili, favorendo percorsi di inclusione con attività lavorative e donare gli oggetti riparati a chi si trova in difficoltà.
Nello stesso tempo può diventare anche un momento didattico per le scuole:«Speriamo che, in futuro, insegnare ai bambini come gli oggetti possano avere una seconda vita possa rientrare nelle attività extra curriculari».