Nella giornata di ieri, a Carmagnola, si sono svolti numerosi eventi di sensibilizzazione contro le mafie e di ricordo delle vittime innocenti, organizzati dal Comune e dalla Regione, in collaborazione con Avviso Pubblico, Libera e “Il Carmagnolese”. In biblioteca si è fatto il punto sul processo Carminius, relativo alle infiltrazioni di ‘ndrangheta nel territorio: dal 16 maggio si torna in aula per l’Appello.
In vista della Giornata nazionale dedicata al tema del prossimo 21 marzo, la città di Carmagnola ha dedicato un giorno intero per dire in modo chiaro “no” alle mafie e a ogni infiltrazione criminale, ricordando le vittime innocenti della violenza mafiosa e parlando del processo Carminius contro la ‘ndrangheta, in corso al Tribunale di Asti.
Gli eventi si sono tenuti ieri, giovedì, da mattina a sera, promossi dal Comune di Carmagnola, in collaborazione con “Avviso Pubblico – Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione”, il presidio cittadino di Libera “Il Karma di Ulysses” e “Il Carmagnolese“, con il contributo della Regione Piemonte nell’ambito del progetto “Nessuna Paura”.
Al mattino sono state protagoniste le scuole, con due incontri realizzati dalla giornalista Giulia Migneco, responsabile comunicazione di Avviso Pubblico e autrice di svariate pubblicazioni sul tema.
La stessa Migneco, al pomeriggio in biblioteca, ha illustrato i libri “Donne e Antimafia. Dieci coraggiose protagoniste della lotta alla mafia” e “Storie di vittime innocenti di Mafia”, intervistata da Francesco Rasero, direttore responsabile de “Il Carmagnolese”.
I due volumi sono stati quindi donati alla biblioteca civica di via Valobra, andando così ad arricchire lo scaffale sull’Antimafia: sono ora disponibili per il prestito.
A seguire -nei giardini Unità d’Italia, di fronte al Palazzo comunale, presso le Panchine della Legalità- si è svolta la cerimonia di lettura dei nomi di tutte le vittime innocenti di mafia, a cura del presidio di Libera “Il Karma di Ulysses”.
Numerosi giovani e rappresentanti delle associazioni, oltre alla stessa Migneco, al vicesindaco Cammarata e al sindaco Gaveglio, per quasi un’ora hanno scandito le centinaia di nominativi delle persone uccise dalle organizzazioni mafiose, dall’Ottocento a oggi.
In serata -di fronte a un’attenta platea, con la sala Solavaggione della biblioteca al completo- si è infine tenuto l’incontro pubblico dal titolo “Carminius: cronologia di una sentenza”, a cura dell’avvocato Gian Mario Ramondini, anche questo moderato dal direttore Francesco Rasero.
“Il processo di primo grado ha messo in luce un radicamento storico della ‘ndrangheta a Carmagnola, aggiungendo ulteriori tasselli a quanto già emerso fin dai decenni scorsi, con sentenze ormai definitive da parte del tribunale di Catanzaro“, ha dichiarato Ramondini, dopo aver ripercorso le date e gli eventi legati al più importante procedimento anti-mafia di sempre sul territorio carmagnolese.
Tra gli elementi emersi durante il dibattimento, il legale ha ricordato le estorsioni e i taglieggiamenti, il ricorso al gioco d’azzardo illecito e il ruolo giocato dalle ndrine in alcune situazioni, sostituendosi allo Stato e alle Istituzioni.
In chiusura è intervenuto il vicesindaco Alessandro Cammarata, da anni sotto scorta per le minacce e intimidazioni ricevute: “La nostra città è stata ferita da questi fatti e la miglior risposta è questa sala piena di cittadini interessati“, ha esordito, per poi annunciare ulteriori iniziative sul tema nel corso dei prossimi mesi.
“La sentenza di primo grado ha stabilito che a Carmagnola ci sono state presenze mafiose, di locali di ‘ndrangheta -ha concluso Cammarata- Non pensiamo che ora, dopo il processo Carminius, il nostro territorio sia immune da ulteriori infiltrazioni: per questo occorre tenere sempre alta l’attenzione, a partire da tutti gli amministratori pubblici“.