Sabato 6 maggio alle 20, il Circolo “Margot” di via Donizetti 23, in collaborazione con la Fiom Torino, ospita gli autori del documentario “Senzachiederepermesso”.
«Si tratta di un lavoro cinematografico che vuole ricordare, ripercorrendo con immagini di archivio e documenti inediti, il ruolo che la classe operaia ha avuto tra il 1969 e l’autunno 1980, quando la “marcia dei quarantamila” simboleggiò la sconfitta di una stagione politica e l’inizio della ristrutturazione in Fiat -spiegano i promotori- Una stagione di grandi conquiste, ma anche di delusioni e sconfitte e, in parallelo, il lento declino dello stabilimento metalmeccanico più grande d’Europa: la Fiat Mirafiori».
Il tramite è la storia dell’operaio Pietro che, senza nessuna nozione di cinema, si compra una piccola cinepresa e si mette a filmare le lotte. «Grande era allora la ricchezza delle forme di comunicazione espresse direttamente dagli operai, senza mediazioni -spiegano gli autori- I cortei interni, forma nuova di collegamento tra le officine, con la costruzione di strumenti musicali: fischietti, trombe, trombette, campanacci e tamburi. Forme di comunicazione visiva e scritta, gli adesivi applicati alla catena di montaggio che veicolano i messaggi, i manifesti, i giornali operai, i giornali murali, alcuni in copia unica, realizzati dagli operai. Poi forme nuove di comunicazione realizzate in fabbrica con cartone, pupazzi in carta pesta, da utilizzare nei cortei esterni che diventeranno teatro di strada, fino a forme più elaborate con l’utilizzo della gomma-piuma». I cancelli della fabbrica diventano il luogo della Politica, del confronto e dello scontro. Pietro, operaio e artista, è, all’interno della fabbrica di Mirafiori, punto aggregante e motore di tutte queste forme di comunicazione antagonista, e attraverso le sue invenzioni e realizzazioni diventa l’espressione più completa della storia della “classe operaia più forte del mondo”, come si diceva allora.