Nuovo ospedale unico a Trofarello, Carmagnola reagisce

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La Regione ha scelto un’area di circa cinque ettari a Trofarello per costruire il nuovo ospedale unico dell’Asl TO5,senza smentire così le previsioni della vigilia e nonostante la candidatura alternativa dell’area ex Stars avanzata da Villastellone e fortemente supportata anche dal Comune di Carmagnola.
La zona individuata si trova in località Cenasco, nei pressi del Movicentro trofarellese e non lontana dal confine con Moncalieri, a nord della zona industriale Vadò e del relativo svincolo della tangenziale. La scelta -secondo quanto riportato dagli Assessorati Sanità, Urbanistica e Trasporti- è stata presa “sulla base dei criteri indicati nel protocollo di intesa siglato il 3 dicembre scorso con i sindaci di Moncalieri, Chieri e Carmagnola e del lavoro svolto dai tecnici regionali”. In particolare, prosegue la Regione, “la scelta di Cenasco si è basata sulla decisione già assunta dai Comuni di Trofarello e Moncalieri di compensare il consumo di suolo eliminando otto ettari di aree oggi edificabili e trasformandole in aree verdi e agricole, molto più delle zone sulle quali sorgerà il futuro ospedale unico”. Inoltre, per la Giunta regionale, l’area individuata “è baricentrica sia in rapporto alla dislocazione sul territorio degli utenti sia ai tempi necessari per raggiungere il nuovo ospedale: è in prossimità del nodo ferroviario più completo e fornito oltre a essere vicina allo svincolo autostradale”.
trofarello-sito-ospedale-unicoIl nuovo ospedale sarà progettato per garantire tutte le prestazioni sanitarie che richiedono alti livelli assistenziali (professionalità, attrezzature e impianti non replicabili in più punti sul territorio), con circa 460 posti letto per un totale stimato di 100 mila accessi all’anno. Per quanto riguarda i tre presìdi oggi attivi (Chieri, Moncalieri e il San Lorenzo di Carmagnola), la Regione “si impegna a mantenere tutte le funzioni e i servizi attualmente attivi e a proseguire gli interventi di miglioramento per garantirne la sicurezza e la piena operatività”, fino all’entrata in esercizio del nuovo ospedale. In parallelo, l’Asl riprogetterà i servizi territoriali che dovranno venire potenziati: parti delle attuali strutture “potranno garantire nuovi e maggiori servizi territoriali ambulatoriali e residenziali, con particolare attenzione ai malati cronici, anziani e non autosufficienti”.
La scelta di Trofarello, comunque, non ha convinto il Comune di Carmagnola, né nella forma né nel merito. Restano infatti molte le perplessità (anche tecniche) sul sito prescelto, a partire dalla presunta esondabilità dell’area individuata e dal fatto che lo svincolo di Vadò, per chi viene dal casello di Carmagnola, sia a pagamento. Questa replica della Regione: «Le caratteristiche geomorfologiche presentano problemi marginali, facilmente superabili con accorta progettazione –si legge nel testo ufficiale- Inoltre l’Amministrazione regionale può attivare, in collaborazione con gli Enti competenti, idonee iniziative anche per la razionalizzazione dei sistemi di pedaggio sulla rete autostradale nell’area Torino Sud, al fine di agevolare al massimo gli utilizzi di viabilità a scorrimento ed evitare congestioni da traffico sulle strade locali».
I sostenitori dell’opzione-Villastellone, inoltre, avevano sottolineato –dati alla mano- come il sito “ex Stars” risultasse quello in media più velocemente raggiungibile dai 40 Comuni del territorio, e pertanto più baricentrico rispetto ai criteri fissati dalla stessa Regione. Anche le motivazioni riportate dalla Giunta regionale per giustificare l’esclusione della proposta alternativa, “sponsorizzata” da Carmagnola, hanno fatto storcere il naso al sindaco Ivana Gaveglio. Nella delibera è infatti riportato che, per quanto concerne l’area di Villastellone, essa è risultata “esterna alla macro-area, già identificata e condivisa” e pertanto non è stata considerata idonea. «Un’affermazione decisamente impegnativa –ha commentato Gaveglio di fronte al Consiglio comunale lo scorso 20 ottobre- Abbiamo chiesto un parere legale per verificare se ci sono gli estremi per ricorrere al Tar».
Piergiorgio Sola