L’emergenza Covid-19 è costata 1,7 miliardi di euro alle stalle italiane: la denuncia di Coldiretti, che ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
L’emergenza Covid-19, sino ad oggi, è costata alle stalle italiane 1,7 miliardi di euro, tra il blocco delle vendite, con la chiusura del canale della ristorazione, le fake news e il crollo dei prezzi: questa la denuncia lanciata dal presidente della Coldiretti nazionale, Ettore Prandini che ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (Ministro delle Politiche agricole ad interim).
La richiesta è chiedendo un intervento immediato per fornire garanzie alle imprese e salvaguardare una filiera strategica per il sistema agroalimentare nazionale.
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Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, informa che, nella lettera al Presidente del Consiglio, l’Associazione di categoria agricola ha scritto che “le misure di contenimento e la chiusura parziale o totale del canale della ristorazione e dell’Horeca stanno penalizzando tutto il settore agroalimentare, che in quelle attività vede lo sbocco del 30 per cento della produzione, con un impatto particolarmente pesante per il settore della zootecnia da carne dove quasi due allevamenti su tre hanno avuto un impatto economico negativo dalla pandemia“.
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Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, le macellazioni di bovini sono diminuite in un anno del 17,8 per cento, quelle dei suini del 20,2 per cento Il calo della domanda ha causato il crollo dei prezzi di vendita, mandando in sofferenza soprattutto le razze storiche italiane, come Piemontese, Marchigiana e Romagnola, e gli interi territori ad esse legati.
In Piemonte il settore carne bovina ricopre un ruolo di primo piano nell’agricoltura regionale. «Da qui la richiesta al premier Conte che vengano individuati quanto prima strumenti di sostegno, aiuti diretti alle imprese e ristori concreti –prosegue Galliati– Riteniamo indispensabile un confronto attraverso un tavolo nazionale di filiera per poter costruire le risposte che servono ai nostri allevatori».
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