Pelobate Fosco, un progetto interregionale per tutelarlo

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Al via un progetto interregionale tra Piemonte e Lombardia per tutelare il Pelobate Fosco (Pelobates fuscus insubricus), uno degli anfibi italiani più rari.

Pelobate Fosco
Un esemplare di Pelobate Fosco

Al via un progetto interregionale tra Piemonte e Lombardia per tutelare il Pelobate Fosco (Pelobates fuscus insubricus), uno degli anfibi italiani più rari.

Il progetto -realizzato con i fondi europei Life- riguarda 14 siti Natura 2000 e vede tra i partner la Città metropolitana di Torino, l’Ente di gestione del Parco paleontologico Astigiano, la società cooperativa Eleade, l’Istituto Delta di ecologia applicata, il parco Pineta Appiano Gentile-Tradate, l’Ente di gestione delle aree protette Po del Torinese e quello delle aree protette Ticino Lago Maggiore.

Nel breve periodo è concreto il rischio di estinzione della specie, in considerazione del cattivo stato di conservazione del suo habitat riproduttivo -spiegano i promotori- Il progetto prevede interventi sia sulla specie che sull’habitat e punta a migliorare sensibilmente lo stato di conservazione del Pelobate Fosco insubrico, fornendo le basi per una crescita delle popolazioni anche nel periodo successivo alla conclusione delle attività“.

Allarme anfibi: sono a rischio estinzione

Questo anfibio è presente anche nell’area del Po carmagnolese: in passato, la sua presenza fu una delle chiavi che permise al territorio di evitare la creazione di una nuova discarica in zona. Stilizzato, il Pelobate Fosco è anche il logo del Consorzio rifiuti Covar14 di Carignano.

Durante i sei anni di attività verranno realizzati interventi per garantire la conservazione della popolazione vitale minima e per contrastare le principali minacce alla presenza della specie.
Sono previsti il ripristino e il miglioramento delle zone umide esistenti e la creazione di nuovi siti idonei alla riproduzione e al ripopolamento all’interno siti identificati. Il recupero delle popolazioni locali sarà perseguito attraverso la rimozione delle cause di estinzione. È inoltre importante garantire un incremento della variabilità genetica delle singole popolazioni, creando corridoi per lo spostamento degli animali“.

Previsto il coinvolgimento attivo della popolazione e dei principali stakeholder locali, attraverso l’organizzazione di eventi aperti al pubblico e in particolare agli studenti delle scuole del territorio. Inoltre, è stata sollecitata e ottenuta la disponibilità di privati proprietari e agricoltori a contribuire alla conservazione del Pelobate Fosco.

Le attività progettuali inizieranno a ottobre e termineranno il 31 dicembre 2026, potendo contare su di un budget totale di oltre 5 milioni di euro, di cui il 75% finanziati dall’Unione Europea. Fondazione Cariplo e Snam Rete Gas supporteranno il progetto in qualità di cofinanziatori.

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In particolare, nel torinese, sono previsti interventi di ripristino e miglioramento delle zone umide esistenti e di controllo e rimozione di specie invasive che predano il Pelobate, come ad esempio il Gambero rosso della Louisiana.

Ci si attende, complessivamente, la reintroduzione di 3.000 esemplari, con un incremento del 2.627% rispetto alla popolazione stimata nel 2018. Si prevede di realizzare 11 nuove aree di traslocazione in sei siti Natura 2000 e di ottenere il ripopolamento di 46 aree esistenti in altri otto siti. In progetto anche la creazione di 16 nuove zone umide e il ripristino di 59 zone, per un totale di 75 interventi”.

La comunicazione sarà assicurata da un portale internet e da pagine social costantemente aggiornate, da materiale informativo sul progetto, da eventi locali e da conferenze stampa per sensibilizzare l’opinione pubblica.