Poirino tra i migliori Comuni piemontesi per la gestione dei rifiuti

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Solo due Comuni in Piemonte sopra i 10 mila abitanti hanno vinto il premio “Rifiuti Free” 2019 di Legambiente: uno è Poirino. Premiati anche altri tre paesi aderenti al Consorzio Chierese per i Servizi.

Poirino rifiuti 2019C’è anche Poirino tra i 44 Comuni rifiuti free del Piemonte, ovvero con una produzione di rifiuti inferiore ai 75 kg/abitante all’anno e una raccolta differenziata superiore al 65%.

A certificarlo è il dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2019, presentato nei giorni scorsi da Legambiente nel corso della terza edizione dell’EcoForum per l’Economia Circolare, appuntamento dedicato all’approfondimento e al confronto sui temi della corretta gestione dei rifiuti a cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, università, mondo imprenditoriale e singoli cittadini.

Poirino, insieme a Cossato (Biella), è peraltro uno dei due soli Comuni piemontesi premiati come “rifiuti free” tra quelli con più di 10 mila abitanti. Altri tre paesi del Consorzio Chierese per i Servizi -Cambiano, Pino Torinese e Riva presso Chieri- sono presenti in classifica.

Gli altri centri piemontesi “Rifiuti Free” sono Vignone (VB), Barone Canavese (TO), Vespolate (NO), Mezzomerico (NO), Varallo Pombia (NO), Pombia (NO), Pecetto di Valenza (AL), Divignano (NO), Borgo Ticino (NO), Oleggio Castello (NO), Vinchio (AT), Vogogna (VB), Castelletto Monferrato (AL), Briga Novarese (NO), Cavaglio d’Agogna (NO), Cavaglietto (NO), Camo (CN), Gargallo (NO), Cantarana (AT), Pavarolo (TO), Bogogno (NO), Baldissero Torinese (TO), Armeno (NO), Belveglio (AT), Villafranca d’Asti (AT), Tornaco (NO), Comignago (NO), Corsione (AT), Mombercelli (AT), Arizzano (VB), Azzano d’Asti (AT), Mongardino (AT), San Paolo Solbrito (AT), Vaglio Serra (AT), Valfenera (AT), Camagna al Frinco (AT), Soglio (AT) e Vigliano d’Asti (AT).

Legambiente ha sottolineato come i risultati in questi Comuni siano stati ottenuti con ricette diverse ma con un denominatore comune: la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una raccolta domiciliare porta a porta, un’informazione e sensibilizzazione continua ed efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso.

A distanza di 7 anni dalla data in cui si sarebbe dovuto raggiungere il 65% di raccolta differenziata per legge, il Piemonte si ferma ad un modesto 61,2%, con la città di Torino (46%) e la Provincia di Alessandria (53%) a rallentare la corsa regionale verso il rispetto delle norme di legge -sottolineano dall’Associazione ambientalista, presieduta dal carmagnolese Giorgio PrinoLa strada individuata dal Piano Regionale Gestione Rifiuti, ovvero raccolta porta a porta e tariffazione puntuale, è quella che ha garantito le migliori performance a livello locale e nazionale. Occorre però un cambio di marcia, che garantisca risultati migliori in tempi rapidi“.

Seguendo le variazioni normative a livello comunitario e nazionale, Legambiente ha negli ultimi anni modificato i criteri di valutazione dei vincitori per poter fornire ai Comuni uno stimolo a raggiungere risultati sempre più ambiziosi. A determinare la classifica non sono più solo i livelli di raccolta differenziata raggiunti (criterio minimo per entrare nella valutazione è il raggiungimento del 65%) ma anche le politiche di riduzione della quantità di rifiuto destinata a smaltimento, in accordo con il nuovo pacchetto europeo sull’economia circolare. Obiettivo minimo per entrare a far parte dei Comuni Rifiuti Free di Legambiente è dunque la soglia di produzione di 75 kg/abitante/anno di secco residuo prodotto (che comprende il secco residuo e la parte di ingombranti non riciclata).

Prosegue Giorgio Prino: “La corretta gestione dei rifiuti, a valle di una decisa azione di prevenzione e riduzione, è un tassello fondamentale per una conversione ecologica del tessuto economico regionale, per l’implementazione di un Green New Deal e, in ultimo, per la creazione di una vera Economia CircolareLa nostra Regione è ancora indietro rispetto agli obiettivi di legge e si muove troppo lentamente, ma la crescita costante è comunque un indicatore positivo. E come spesso accade il mondo civile si muove più velocemente delle Istituzioni. Ne sono esempio le aziende, le università e le associazioni che oggi abbiamo raccolto attorno a questo tavolo, in rappresentanza di un tessuto socio-economico vivo e fertile alla Green Economy”.