E’ un’annata a fasi alterne per i produttori del peperone di Carmagnola, che in occasione della Sagra hanno comunque “mantenuto le promesse” presentando un prodotto di ottima qualità a costi non esorbitanti.
Sono andate così decisamente bene le vendite nel periodo del Settembre Carmagnolese, grazie anche a un’attenta politica di prezzi, “calmierati” in occasione della fiera da parte degli aderenti al Consorzio del Peperone. Più negativo, invece, il saldo definitivo legato al mese di agosto: a fronte di una grande produzione di peperoni, mediamente di alta fascia, sono stati scarsi gli acquirenti, facendo crollare i prezzi e, di conseguenza, i ricavi per gli agricoltori. «Purtroppo si è determinata una forte differenza tra disponibilità di prodotti e richiesta da parte del mercato: tante aziende locali hanno potuto salvare la stagione solo grazie al fatto di essere piccole realtà a conduzione famigliare –spiega Domenico Tuninetti, di recente confermato presidente del Consorzio- Abbiamo infatti patito più del solito la concorrenza da parte di altri territori, in cui i costi della manodopera sono decisamente più bassi che da noi, e che possono garantire volumi di produzione elevati e costanti». Un requisito, quest’ultimo, assolutamente fondamentale per entrare nel circuito della grande distribuzione: non potendolo soddisfare, il Peperone di Carmagnola è stato automaticamente escluso da un’importante fetta di mercato. «Non a caso nel mese di agosto era impossibile trovare il nostro prodotto nei supermercati locali», sottolinea Tuninetti.
A complicare il tutto, quest’anno, ci ha pensato anche il clima: dopo settimane di caldo torrido, è arrivato il nubifragio di metà agosto. «L’intero raccolto di peperoni in campo, soprattutto della varietà “lungo”, è andato distrutto in tutta l’area sud di Carmagnola –aggiunge Roberto Gerbino, neo-eletto vice presidente del Consorzio- Anche numerose serre sono state allagate, con conseguente perdita della produzione».
Oltre alla situazione contingente, per la peperonicoltura carmagnolese ci sono anche difficoltà strutturali: «Stiamo patendo un basso ricambio generazionale: tanti giovani, di fronte alle difficoltà presenti oggi in questo settore, abbandonano l’attività: la Politica deve impegnarsi a ridurre gli ostacoli, spesso burocratici –concludono Tuninetti e Gerbino, pur sottolineando il positivo aumento di adesioni al Consorzio da parte di produttori locali, registrato anche quest’anno– La stessa complessità burocratica che ha bloccato (e forse cancellato definitivamente, ndr) il progetto per l’ottenimento dell’Igp “definitivo”».
Francesco Rasero