Intervista a Chiara Pelassa, presidente di ApidiCarta APS, nata nel 2016 a Poirino con l’obiettivo di sostenere le persone più fragili.
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Il Carmagnolese ha intervistato Chiara Pelassa, presidente di ApidiCarta, Associazione di Promozione Sociale nata a Poirino nel 2016, con l’obiettivo di dare sostegno a chiunque si trovi in un momento di fragilità nella propria vita, in particolare mamme, bambini, ammalati e persone con disabilità, con uno sguardo attento anche alla sostenibilità ambientale.
Come si è avvicinata al mondo del volontariato?
Il mio percorso nel volontariato è nato grazie alla mia famiglia. I miei genitori sono sempre stati molto attivi in questo campo, e fin da piccola sono cresciuta con una visione comunitaria della società. In passato mi è capitato di assistere da vicino a situazioni di difficoltà e quindi capisco molto bene quanto sia importante avere una rete di supporto che possa tenderti una mano nei momenti più bui. Ho lavorato per una grande azienda nel campo della moda e nell’organizzazione di eventi, esperienze che mi hanno dato molte soddisfazioni professionali, ma sentivo che mi mancava qualcosa di più profondo, mi sembrava di non fare abbastanza. Con il tempo, ho sviluppato il desiderio di mettere le mie capacità a servizio degli altri, così è nata ApidiCarta.
Com’è nata e di cosa si occupa ApidiCarta?
ApidiCarta è nata nel 2016, dopo i terremoti di Arquata del Tronto e Amatrice. Ero una neomamma e sono rimasta molto colpita nel vedere le immagini delle persone che avevano perso tutto nel sisma, così ho dato vita a una raccolta di abiti per i bambini che avevano perso la casa. La risposta è stata immediata e positiva: molte donne si sono unite a me, ognuna con il proprio contributo. Alla fine, siamo riuscite a raccogliere ben 32 bancali di aiuti, che sono stati trasportati tramite un convoglio umanitario. In quel momento mi sono resa conto di aver creato qualcosa che desideravo far crescere.
ApidiCarta nasce con l’idea di fare regali a chi ne ha bisogno e da 8 anni portiamo avanti questa missione. Cerchiamo di rispondere concretamente alle domande delle persone, mettendo in contatto chi ha bisogno con chi desidera donare. Un esempio: siamo riuscite a far ottenere al Comune di Montà un sollevatore mobile per persona, che potrà essere utilizzato dalle persone con disabilità, anche grave, che desiderano fare sport in acqua.
Chi sono le volontarie di ApidiCarta?
Siamo donne che sentono il bisogno di aiutare la propria comunità, che hanno una particolare sensibilità verso le difficoltà del mondo e desiderano agire concretamente per dare il proprio contributo. Siamo come un alveare: ognuna di noi trova il proprio posto in ApidiCarta, esprimendo al meglio le proprie capacità e mettendole al servizio degli altri e della comunità. Penso che il volontariato arricchisca non solo chi riceve, ma anche chi dona: la sensazione di riuscire ad aiutare gli altri, magari solo con un piccolo gesto nel momento giusto, è qualcosa di davvero speciale. Si creano bellissimi rapporti con le persone che aiutiamo, che vanno avanti negli anni, ed è bello vedere chi era in difficoltà riuscire a volare con le proprie ali e a sua volta aiutare gli altri.
La nostra forza è la concretezza: cerchiamo sempre di trovare una soluzione alle mancanze che vediamo nel mondo, dando vita a progetti replicabili ovunque ci sia necessità, come le api, che impollinano i fiori e fanno crescere le piante.
Ci racconti qualcosa di lei.
Sono sposata con Paolo e ho due figli. Mi divido tra l’attività di produttrice di asparagi e un lavoro pubblico legato al mondo della comunicazione, ma considero ApidiCarta la mia attività più importante, una mia creatura da curare e far crescere. Sono felice di trasmettere ai miei figli il desiderio di aiutare gli altri e sono orgogliosa di sapere che, se chiedi alla mia figlia più grande cosa desidera fare da adulta, risponde senza esitazione che vuole portare avanti il sogno di ApidiCarta.
Quali sono le prossime iniziative di ApidiCarta?
Al momento stiamo portando avanti il progetto “Questa pediatria mi sta a cuore”, a sostegno delle pediatrie degli ospedali di Carmagnola, Chieri e Moncalieri: abbiamo realizzato il libro “Filastrocche in fattoria”, i cui proventi saranno totalmente destinati all’acquisto di due ecografi mammari e alla realizzazione di un progetto di pet therapy nei reparti.
L’8 e il 9 marzo saremo presenti con una bancarella alla fiera di primavera di Carmagnola, con una lettura animata di “Filastrocche in fattoria”.