Sindaci, imprenditori e Regione Piemonte si sono incontrati per lanciare il progetto di revisione del Trasporto Pubblico Locale nell’area Chierese-Carmagnolese «fondamentale per la competitività del territorio».
Entra nella sua fase operativa lo studio promosso dal Gruppo Imprese Chieresi (GIC) per la riorganizzazione del Trasporto Pubblico Locale sul territorio Chierese-Carmagnolese.
Il grattacielo della Regione Piemonte ha ospitato la riunione di avvio dell’iniziativa, a cui hanno preso parte diversi imprenditori e circa trenta sindaci dei Comuni ricadenti nel Sistema Locale Lavoro 101, in rappresentanza di oltre 160 mila piemontesi.
«Nei prossimi dieci anni il territorio ha tre sfide cruciali: quella demografica, quella sanitaria (ospedale unico) e quella competitiva. Il TPL è fondamentale per colmare il gap di competitività di cui oggi soffrono le aziende del Chierese-Carmagnolese, rilanciando lo sviluppo, nonché per migliorare la qualità di vita di lavoratori e cittadini e per contrastare lo spopolamento -ha aperto i lavori Dario Kafaie, presidente del GIC– Per questo ci siamo dati l’obiettivo di definire una proposta di revisione del servizio, per renderlo più efficace ed efficiente e in grado di rispondere alle esigenze di tutte le fasce di popolazione. Su un tema strategico come questo, se ci sentiamo e agiamo come un unico territorio, potremmo diventare un caso-studio da replicare in tutta Italia».
La parola è quindi passata alla professoressa Cristina Pronello, docente di Ingegneria dei Trasporti del Politecnico di Torino, ex presidente dell’Agenzia per la Mobilità Piemontese e CEO della start up Moby4All, start-up del Politecnico.
«Diverse aree del Chierese e del Carmagnolese risultano oggi fortemente congestionate e con un’offerta di trasporto pubblico poco omogeneea e scarsamente attraente per l’utenza -è la sua analisi- Emerge chiara la necessità di rivedere il servizio, andando innanzitutto a capire le dinamiche di spostamento oggi presenti, identificando origini e destinazioni, modalità e motivi di viaggio. Bisogna studiare la domanda latente e i principali attrattori di pendolarismo; non si possono tracciare linee di trasporto a caso che non servono a nessuno».
Il progetto prevede pertanto di profilare gli utenti in base ai loro bisogni. «Serve un approccio su due livelli: da un lato coinvolgere le aziende affinché condividano i dati del mobility management dei propri dipendenti; dall’altro effettuare indagini di mobilità puntuali nelle diverse realtà comunali che compongono il Chierese-Carmagnolese», ha spiegato Pronello.
La docente ha quindi proposto ai sindaci di aderire a una piattaforma smart condivisa per la raccolta dei dati, co-progettando un questionario che permetta di mettere in luce i bisogni-chiave del territorio e dell’utenza: «tramite diversi canali, dai social alle scuole al passaparola, le Amministrazioni sono la chiave per coinvolgere i loro cittadini e farli aderire all’indagine».
Tutti i dati raccolti -attraverso un’App dedicata– saranno quindi confrontati con l’offerta di TPL esistente per dare indicazioni sulla riorganizzazione dei sistemi di trasporto territoriale.
L’ipotesi operativa del GIC è di dare vita a una “task force” di sindaci, suddividendo il territorio in cinque cluster territorialmente omogenei con i Comuni di Carmagnola, Chieri, Santena, Castelnuovo Don Bosco e Villanova d’Asti quali capofila.
L’obiettivo è di raggiungere un campione di almeno il 3% della popolazione: un’operazione dal valore complessivo di circa 250 mila euro, pari a un costo di circa 1,50 euro ad abitante.
A chiudere l’incontro, l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi: «Questo è il momento giusto per i territori virtuosi che vogliono progettare il proprio futuro, dato che proprio adesso stiamo per mettere mano alla revisione del TPL in tutto il Piemonte. Uno studio come questo sarebbe molto utile per offrire un servizio maggiormente rispondente alle reali necessità».
Gabusi ha quindi lodato l’iniziativa del Gruppo Imprese Chieresi e ha teso la mano: «Credo che la peculiarità e la serietà di questo approccio e di questa Associazione stiano nell’integrazione tra aziende e Comuni, con alle spalle un metodo scientifico di analisi e la volontà di agire insieme -ha sottolineato- Avendo fatto il sindaco, so cosa significhi uno sforzo economico come quello richiesto. Ma, se c’è volonta da parte dei Comuni, anche la Regione e l’Agenzia per la Mobilità faranno la loro parte».