Poirino, un altro allevamento di Maiali sorgerà in Cascina Bergera

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Nuovo progetto per la realizzazione di una allevamento di maiali in Cascina Bergera a Poirino. L’Assessore all’urbanistica Sisca:”Hanno le autorizzazioni necessarie”.

Il progetto è destinato all’allevamento di circa 10.000 maiali da svezzamento (foto: @Freepik.com)

Si torna a parlare di allevamenti di maiali a Poirino. Dopo la bocciatura in consiglio comunale delle variante che avrebbe consentito l’insediamento del maxi-allevamento di maiali nel Ternavasso dell’azienda Marchisone, la campagna di Poirino vedrà la realizzazione di un altro allevamento di suini, questa volta in Cascina Bergera.

Il progetto, presentato dall’azienda Ronco, prevede la realizzazione di un allevamento per 10.000 maiali da svezzamento tra Roncaglia e Becchio, in prossimità di Pralormo. L’azienda detiene già le autorizzazioni del caso e l’appoggio del Comune.
La storia dell’allevamento di Poirino in Cascina Bergera non è recente. L’azienda Ronco ha presentato infatti negli anni, a partire dal 2016 e fino al 2022, diverse Scia (Segnalazione Certificata di inizio attività) con oggetti diversi, ottenendo l’autorizzazione da parte dei tecnici comunali.

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Il progetto sorgerà su un terreno sul quale storicamente era già presente un allevamento di maiali. Negli scorsi anni l’azienda Ronco ha demolito i due vecchi fabbricati presenti nella zona, in quanto fatiscenti e non utilizzabili, e ha optato per la costruzione di un nuovo edificio per l’allevamento, delle dimensioni di 107×40 metri. Allo stato attuale i lavori devono ancora partire, ma l’azienda ha già le autorizzazioni necessarie.

“Abbiamo visionato il progetto, ma sono gli uffici tecnici che mandano avanti le pratiche nel rispetto del Piano Regolatore -commenta l’Assessore all’urbanistica e all’edilizia Marco SiscaSe un progetto agisce in conformità alle di disposizioni, allora non c’è nulla da dire. Sul territorio ci sono da tempo allevamenti di suini e se un imprenditore agricolo desidera investire su Poirino è bene che lo faccia –conclude Sisca–  Non sono preoccupato per il benessere animale perché i controlli sugli standard di qualità sono molto serrati.”

Conferma anche l’Assessore all’agricoltura Luigi Sandri: “Se un’attività ha le autorizzazioni del caso è bene che proceda. Attenderemo e visioneremo la documentazione per la parte ambientale e agricola con i dettagli dell’allevamento: numero di capi, tipo di alimentazione, gestione dei liquami, numero di veicoli coinvolti, eccetera”.

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Non è stato necessario il passaggio per il progetto in Città Metropolitana, a differenza dell’allevamento dell’azienda Marchisone. Questo perché la legge regionale in materia, la L.R 40/1998 e modifiche, dispone che siano soggetti alla valutazione degli impianti intensivi solo gli allevamenti con più di 3.000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg), o 900 scrofe. Come si legge nella relazione tecnica del progetto dell’azienda Ronco “l’azienda agricola praticherà esclusivamente allevamento dei suini “lattonzoli” ovvero nel periodo di svezzamento che va dal peso di 7 kg/capo al peso di 29 kg/capo, pertanto non risulta assoggettabile alla fase di valutazione“.

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