Camilla Reggio, 27 anni, che vive a Carmagnola, è tra le quattro giovani donne alpiniste che sono state selezionate per fare parte del progetto Eagle Team del CAI nazionale.
Si chiama Camilla Reggio, ha 27 anni e da circa uno e mezzo vive a Carmagnola, trasferitasi dalle colline di Baldissero Torinese di cui è originaria.
Nella vita “di tutti i giorni” è una ricercatrice di ingegneria biomedica al Politecnico di Torino, ma appena ha tempo libero si dedica al suo altro grande interesse: la montagna.
Camilla, infatti, pratica l’alpinismo dal 2017, con sempre crescente passione. «Ogni weekend sono a fare qualcosa in quota», sorride.
Una passione che, nei mesi scorsi, l’ha portata a tentare le selezioni nazionali del Club Alpino Italiano per entrare a far parte dell’Eagle Team, squadra di 15 giovani talenti under 28 di tutta Italia a cui il CAI offre la possibilità di training ed esperienze ad altissimo livello.
Il suo curriculum di scalate e vette già raggiunte l’ha portata, inizialmente, a rientrare tra i migliori 50 (su oltre 200 domande); quindi alcune prove fisiche le hanno consentito di entrare nella squadra dei “Top 15”.
Eagle Team è un progetto nato per “trasmettere ai giovani le conoscenze tecniche e il patrimonio culturale fondamentali per chiunque ambisca a diventare interprete dell’alpinismo moderno“, spiegano dal CAI nazionale, offrendo a un selezionato gruppo di talenti l’opportunità di potersi esprimere al massimo, sulle difficoltà più elevate e sulle montagne più belle al mondo.
Il progetto è stato ideato dall’alpinista Matteo Della Bordella, che ha messo a punto un programma pensato per una crescita di alto livello, con tutor selezionati tra i migliori interpreti della montagna italiani e internazionali.
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Un percorso che prevede, complessivamente, sei settimane di attività in varie zone delle Alpi, incentrate sull’arrampicata (su roccia, su ghiaccio e misto, in fessura), sull’alpinismo e sull’eventuale apertura di una via.
Al termine -sulla base della valutazione delle capacità tecniche, caratteriali e logistiche- sei giovani verranno selezionati per prendere parte a una spedizione finanziata dal CAI in Patagonia, Argentina meridionale, nel febbraio 2025.
«Abbiamo già svolto formazione teorica e tre sessioni in montagna, anche nelle Dolomiti e in Valtellina -racconta Camilla- Tra di noi si è creato un clima di grande amicizia, senza alcuna competizione e con la felicità di fare salite insieme. È tutto molto arricchente».
La ricercatrice carmagnolese è l’unica ragazza selezionata di tutto il Nord-Ovest, nonché una delle quattro donne a far parte dell’Eagle Team. «Questo aggiunge ulteriori stimoli all’esperienza, in un mondo, quello alpinistico, tradizionalmente a netta prevalenza maschile», commenta.
E prosegue: «Come ragazza mi sento di dover dare sempre quel “qualcosa in più”, per farmi valere, ma è proprio questo che mi piace: alla fine, la mia filosofia è “se non è facile, non è bello”».
Proprio questa attrazione verso l’ingegnarsi per risolvere problemi all’apparenza complessi è una costante che, dal lavoro all’alpinismo, sta portando Camilla a raggiungere traguardi un tempo insperati.
«Prima frequentavo la montagna come tanti, tra camminate e qualche sciata -ricorda- Poi, grazie anche al CAI di Chieri, mi sono appassionata sempre di più verso le sfide “verticali”. Quando ho visto il bando dell’Eagle Team, lo scorso anno, ho voluto provarci, vedendolo come un’opportunità di crescita e per conoscere altre persone».
Nel frattempo le scelte lavorative e di coppia l’hanno portata a trasferirsi a Carmagnola, città di cui apprezza anche la presenza di una palestra di arrampicata in cui allenarsi.
«Ho subito iniziato a frequentare il Big Wall, che oggi mi sostiene e addirittura mi “sponsorizza”, insieme alla Grivel e a Ravaschietto Montura di Cuneo -sottolinea- Si tratta, per me, di un aiuto importante per continuare a coltivare al massimo questa mia passione».
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In attesa delle selezioni per la Patagonia, intanto, il percorso di formazione per i ragazzi e le ragazze dell’Eagle Team del CAI continua: il prossimo appuntamento è in Svizzera, dove a breve andranno ad affrontare le cascate di ghiaccio (una delle specialità, peraltro, in cui eccelleva un altro carmagnolese, compianta icona dell’alpinismo italiano: Agostino “Gustin” Gazzera).
«Sono felicissima di avere questa incredibile opportunità, che mi sta permettendo di fare esperienze che da sola non avrei mai fatto -conclude Camilla Reggio- Per me questo non è né uno sport né un hobby, ma uno stile di vita».